Se n'è andato Massimo Tamburini, maestro della moto italiana

Addio al creatore delle più belle due ruote degli ultimi anni

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Se la moto italiana è da decenni la più apprezzata in tutto il mondo, gran parte del merito va all'estro all'intelligenza di Massimo Tamburini, che andandosene per una grave malattia all'età di 70 anni lascia un grande vuoto non solo nel mondo del motociclismo. Fondatore negli anni '70 della riminese Bimota, l'ingegner Tamburini è stato un tecnico all'avanguardia e creatore di soluzioni che hanno fatto storia legando il suo nome ai modelli Ducati, Cagiva ed MV Agusta più belli di sempre.

GLI ANNI DELLA BIMOTA. La carriera di progettista Tamburini, riminese classe 1943, nasce quando nel 1973 inizia a rimettere in sesto una Honda 750 Four distrutta dopo una caduta a Misano. La Honda "rinata" grazia al tocco di Tamburini diventa la Bimota HB1 750 della neonata Bimota Meccanica fondata insieme a Valerio Bianchi e Giuseppe Morri che sposta progressivamente la sua attività dalla produzione di impianti di climatizzazione a quella di componenti speciali per moto. Nacque così il primo modello della Casa riminese, al quale ne sarebbero seguiti molti altri caratterizzati da soluzioni tecniche ed estetiche mai replicate da altri costruttori.

CAPOLAVORI DUCATI ED MV AGUSTA. Dopo una parentesi come direttore tecnico nel team Gallina, nel 1985 Claudio Castiglioni lo ingaggia nel Gruppo Cagiva, dove crea le moto più all'avanguardia degli anni '80 e '90. Si inizia con la modernissima Ducati 906 Paso, omaggio a Renzo Pasolini e prima stradale con la carenatura integrale, che presto sarebbe stata copiata da molti altri. Lo stesso stile viene adottato anche per le piccole Cagiva Freccia C9, C10 e C12, che diventano il sogno dei sedicenni del tempo i cui testimone verrà rilevato dalla Cagiva Mito, che inizialmente fu presentata in versione con telaio e motore a vista e dalla metà del 1991 vestita con una carena dal design riuscitissimo per sfidare la concorrenza. Il suo progetto più importante non solo stilisticamente ma anche come prestazioni è però la Ducati 916 del 1994, che con Carl Fogarty e Troy Corser fece incetta di titoli nel Mondiale Superbike. La sua erede ebbe però il marchio MV Agusta, rispolverato da Castiglioni dopo che la Casa di Borgo Panigale passò alla proprietà statunitense: nacque così nel 1997 la MV Agusta F4 dalla quale sarebbe derivata la naked Brutale. Si separò dalla Cagiva nel 2008 dopo l'acquisizione da parte di Harley-Davidson.

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