Uber, l'antitrust dice si

Via libera dell'autorità per la concorrenza ed il mercato alla app che fa infuriare i tassisti, ma tocca alla politica decidere

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Lo scontro violento tra tassisti ed NCC a proposito di Uber, l'applicazione che nella pratica permette anche ai conducenti professionisti di sostituirsi ai tassisti, ha ricevuto l'attenzione della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che nella consueta segnalazione annuale a Governo e Parlamento sulle priorità da seguire nelle scelte di politica economica ha invitato la politica ad adeguare ai tempi le leggi oggi vigenti in tema di trasporto pubblico.

LA RACCOMANDAZIONE DELL'AUTHORITY. “Quanto alla disciplina dei taxi e degli NCC, è necessario eliminare gli elementi di discriminazione competitiva esistenti, in una prospettiva di piena sostituibilità dei due servizi. L’inadeguatezza delle norme vigenti emerge anche alla luce dell’affermazione di piattaforme on line che agevolano la comunicazione fra offerta e domanda di mobilità, consentendo un miglioramento delle modalità di offerta del servizio di trasporto di passeggeri non di linea, in termini sia di qualità sia di prezzi”, si legge nel documento dell'antitrust guidata da Giovanni Pitruzzella.

NCC COME TAXI? La proposta è quella di modificare la l. n. 21/1992 attraverso l'”abrogazione dell’obbligo di ricezione della prenotazione di trasporto” e “dell’obbligo per il conducente di disporre di una sede, di una rimessa o di un pontile d’attracco necessariamente nel medesimo Comune che ha rilasciato l’autorizzazione”. Due punti che, se adottati, di fatto equipererebbe il servizio taxi a quello di "noleggio con conducente”, permettendo dunque a Uber di diventare pienamente legale. Intanto pochi giorni fa il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha incontrato i rappresentanti di Uber e di Letzgo (un'applicazione simile) in un tavolo tecnico appositamente costituito insieme a sindaci e i prefetti di Roma e Milano e i presidenti delle Regioni Lazio e Lombardi, esprimendo apertura verso le ragioni dei due intermediari online, ma confermando che Uper Pop (il servizio di Uber che permette a chiunque di condividere la propria auto) è “erogazione di un servizio pubblico non autorizzato”.

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