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Il metano da argille negli USA spinge l'idrogeno

Gli automobilisti degli Stati Uniti stanno pian piano scoprendo il metano come carburante per autotrazione è grazie soprattutto allo shale gas o gas da argille

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Se anche gli automobilisti degli Stati Uniti stanno pian piano scoprendo il metano come carburante per autotrazione è grazie soprattutto allo "shale gas" o gas da argille, un gas naturale che si forma dalla decomposizione della materia organica contenuta in alcune argille di cui sono molto ricchi il North Dakota, la Pennsylvania e il Montana. Lo sfruttamento di questi giacimenti ha permesso nell'ultimo decennio di soddisfare quasi il 25% del fabbisogno interno di metano degli USA, dando una nuova spinta al mercato dei veicoli a gas che negli States è composto per la maggior parte da bus e mezzi pesanti.

I costruttori se ne sono accorti e stanno incrementando l'offerta di veicoli bifuel: in prima fila c'è la Chrysler guidata da Fiat, che in Europa è leader nel mercato delle auto a gas. Infatti, una delle prime mosse di Marchionne dopo essersi insediato ad Auburn Hills è stata quella di proporre le versioni CNG dei RAM F-250 ed F-350, spingendo dallo scorso anno General Motors all'imitazione con le versioni a metano di Chevrolet Silverado e del GMC Sierra 2500 HD. Si tratta al momento di "light trucks", cioè di grossi pick up perlopiù impiegato come mezzi da lavoro,mentre la sola auto a metano commercializzata negli USA rimane la berlina Honda Civic CNG che nel 2012 è stata venduta in poco più di 2.000 esemplari.

Il metano, però, piace eccome all'amministrazione Obama, che sta lavorando per risolvere i freni alla sua diffusione. Oltreoceano come in Europa uno dei principali rimane quello del numero esiguo delle stazioni di rifornimento: ne esistono appena 2.000 in tutti gli Stati Uniti, contro i 200.000 distributori di benzina e Diesel, ma una recente ricerca condotta dalla Navigant Research prevede che potrebbero arrivare a ben 26.000 già entro il 2016 grazie alla discesa del prezzo alla pompa dovuto allo sfruttamento sempre più intensivo dei giacimenti di shale gas e al supporto delle joint venture tra pubblico e privato varate da numerose amministrazioni statali e federali.

La più recente è H2USA, una partnership avviata dal Dipartimento dell'Energia federale a cui hanno aderito i costruttori Hyundai, Mercedes-Benz, Nissan e Toyota e le lobby American Gas Association, Association of Global Automakers, California Fuel Cell Partnership, Electric Drive Transportation Association, Fuel Cell and Hydrogen Energy Association e Massachusetts Hydrogen Coalition. H2USA ha come mission principale lo sviluppo dell'industria delle fuel cell a idrogeno, ma anche quello di fare del gas naturale a basso prezzo estratto nei giacimenti di shale gas la principale fonte da cui ottenere idrogeno da impiegare come "carburante" per le pile a combustibile delle auto del futuro. Rispetto al 2008, infatti, il prezzo della ricerca e sviluppo per mettere a punto una fuel cell si è ridotto del 35%, il loro ciclo vitale è ormai raddoppiato e la percentuale di platino necessario a farle funzionare si è ridotta dell'80%.

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